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Famiglia Insieme
6 Maggio 2001
Giornata di studio sulla comunicazione di coppia.

Ultime modifiche:
20.09.2001

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Deregistrazione di
Gabriella P..

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ATTI
INTRODUZIONE di
d. Stefano Ottani:
Un salmo per gli sposi

PRESENTAZIONE

RELAZIONE di
Elsa Belotti:

Premessa

Le tredici "margherite":
  1. La responsabilità condivisa
  2. Dare e ricevere
  3. Consapevolezza
  4. I genitori degli sposi
  5. Intimità
  6. Innamoramento
  7. Il vermiciattolo
  8. Ambivalenza
  9. Noi
  10. Incompatibilità di carattere?!
  11. Donne
  12. Testa e pancia
  13. Adamo ed Eva
Conclusioni

Congedo
Bibliografia


Parole chiave
  • lode
  • amore
  • sacramento
  • salmo
  • preghiera

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Preghiere

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Introduzione di d. Stefano Ottani

Un salmo per gli sposi

Vi propongo un salmo, un salmo intero che però è il più corto di tutti, solo quattro righe.
116 (117) Canto dei popoli
1 Alleluia.
Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria; 2 perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno.

Ci uniamo recitando insieme il Gloria.

Come vi siete resi conto è il salmo più breve di tutto il salterio: per questo credo sia davvero facile anche impararlo a memoria. Ve lo suggerisco proprio per aggiungerlo alle altre bellissime formule di preghiera che sappiamo; certamente questa non è inferiore a quelle che conosciamo a memoria.

È il salmo più breve ma è decisamente quello ad apertura più vasta, a dimensione più universale, tanto che è decisamente sorprendente per chi conosce un po' la mentalità ebraica; infatti questo invito a lodare il Signore è rivolto ai popoli, "lodate il Signore, popoli tutti".
Voi sapete che quando il popolo di Israele diceva “i popoli” sono gli altri, i brutti e i cattivi, sono quelli che durante la storia ci hanno sempre perseguitato, sono gli Egiziani che ci hanno resi schiavi, sono i Babilonesi che ci hanno portato in esilio, sono gli Assiri che hanno distrutto Gerusalemme.
È davvero sorprendente che invece questo salmo dica " lodate il Signore, popoli tutti", non solo quelli che ci hanno aiutato qualche volta, non solo quelli che sono stati sottomessi da Davide e sono diventati tributari della monarchia davidica, ma tutti: dunque anche gli egiziani, i babilonesi, dovremo dire gli italiani, … In fondo questo è tutto il contenuto del salmo perché la seconda riga ripete esattamente "lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte, nazioni, dategli gloria".
Questa dimensione universale si allarga a tutta la storia nel senso geografico ma anche in senso cronologico e anche noi siamo tra questi popoli invitati a lodare il Signore.

Ma perché i popoli tutti devono lodare il Signore?
E qui davvero è un'altra sorpresa ancora più grande; "perché forte è il suo amore per noi"; il che è bellissimo.
Voi lodatelo perché il Signore vuole bene a noi!
Ma è proprio così, questo è il vero motivo della lode perché Dio è il Dio di tutti i popoli.

Il Dio di Israele è Dio anche degli Egiziani, dei Babilonesi ed è un Dio che vuol bene singolarmente a Israele.
Tutta la Bibbia descrive questa storia di amore, questa alleanza che Dio ha fatto con quel popolo che era il più piccolo dei popoli di tutta la terra popolo dalla "dura cervice" ma questo non spinge a chiedere: "Allora il Signore vuol bene solo a noi punisce tutti gli altri, noi soli dobbiamo lodare il Signore, gli altri lo devono temere, aver paura?"
No, proprio perché è forte il suo amore per noi, tutti devono lodarlo.
Qui cogliamo una dimensione preziosissima che è quella per così dire della valenza sacramentale di Israele e della sua storia; cioè Israele è l'esempio di come il Signore ama singolarmente, sia attento alle vicende di un popolo per dimostrare "a tutti".

Io non posso mai dimenticare un episodio che mi ha davvero aperto la possibilità di capire il Vecchio Testamento.

Mi ricordo benissimo quando, incontrai un egiziano cristiano che mi disse: “Noi Egiziani facciamo una gran fatica a leggere l’Antico Testamento perché nell’Antico Testamento Dio è il Dio degli Ebrei; gli Egiziani sono i cattivi che vengono bastonati: come possiamo noi allora voler bene a questo Dio che ci bastona sempre?”

È questo che mi ha fatto capire che, in realtà, il popolo di Israele è il segno per tutti i popoli; cioè anche un egiziano deve vedersi rappresentato da Israele non dagli Egiziani, perché Israele è il segno di coloro che si rivolgono a Dio e sanno di poter sperimentare la sua liberazione.
Israele non è il popolo di Dio in quanto razza, in quanto etnia come si dice oggi, ma è popolo di Dio in quanto ha sperimentato l’intervento di Dio nella storia e ha sperimentato questo amore eterno di Dio e tutti i popoli si devono vedere rappresentati in Israele. Perché Israele è appunto un segno per tutti i popoli, allora il dire "è forte il suo amore per noi" significa che se è buono con noi, è buono con tutti e la fedeltà del Signore dura in eterno, non solo per il passato ma anche per il presente e per il futuro sarà così e questo è ciò che dice oggi la Chiesa, invita tutti, per così dire anche le religioni non cristiane.

Oggi il Papa va in una moschea, inviterà anche quelli a lodare il Signore.
Perché?
Perché forte è il suo amore per noi, noi che abbiamo conosciuto Gesù; ma Gesù è il figlio di Dio che è Padre di tutti i popoli, per tutti i popoli.

Aver conosciuto Gesù significa aver conosciuto l’amore di Dio verso tutti i popoli.

Ecco se questo ci dice il salmo davvero, anche nel suo significato per Israele e per la Chiesa, ho pensato di scegliere questo testo e di invitarvi ad impararlo a memoria pensando proprio alle coppie, a questa giornata, invitandovi cioè a intendere quel «noi» come «noi coppia», come «io e te» e dire «lodate il Signore popoli tutti, voi tutte nazioni dategli gloria perché forte è il suo amore per me e per te, per noi».

Perché esattamente questo è il significato del matrimonio che Dio, che Gesù ha voluto come sacramento, perché è quella esperienza storica dell’amore che marito e moglie, che due fidanzati, già fanno, che diventa sacramento per tutti, per cui davvero incontrando una coppia che si vuol bene si deve lodare il Signore, questo non è solo un fatto privato ma un sacramento, cioè tutta la Chiesa ne gode, anzi tutta l’umanità, tutti i popoli, tutte le nazioni della terra.
E allora mi sembra davvero tanto bello che possiate voi, insieme ai vostri figli, recitare questo salmo scoprendo che quel «noi» siamo «proprio noi» e possiamo, per così dire, chiedere al Signore che riveli storicamente il suo amore, che ci faccia anche le grazie di cui abbiamo bisogno perché questo non ci chiude in noi ma diventa un bene per tutti i popoli, diventa il motivo per cui tutti i popoli davvero possano lodare il Signore e tutti i popoli, proprio attraverso di noi, possano sperimentare la paternità universale di Dio e Gesù come unico Salvatore.

E così io vi auguro buona giornata.

Don Stefano Ottani
[Testo revisionato dall’autore 16 Ottobre 2003]


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Pagina pubblicata il 24 giugno 2001 | ultime modifiche il 16 ottobre 2003