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Martini: insegnate a dire «per sempre»
Il cardinale presenta domani a Merate, dove inaugura il consultorio familiare, la sua «Lettera ai genitori», in cui sollecita a non temere le scelte definitive

da Milano Luciano Moia



Nella famiglia si custodisce un grande tesoro. La bellezza della vocazione coniugale. La scelta di volersi bene per sempre non si può «ridurre all'emozione di una stagione un po' euforica», non è solo «un'attrazione che il tempo consuma». Nella vocazione di marito e moglie si deve riconoscere nel tempo «la chiamata del Signore», perché il matrimonio «non è solo la decisione di un uomo e di una donna: è la grazia che attrae due persone mature, consapevoli, contente, a dare un volto definitivo alla propria libertà». Non si tratta di una sottolineatura marginale perché «il volto di due persone che si amano rivela qualcosa del mistero di Dio».

Sono alcune delle riflessioni che il cardinale Carlo Maria Martini affida alla sua "Lettera ai genitori". L'ultimo documento che l'arcivescovo consegna a Milano prima di lasciare la guida dell'arcidiocesi ambrosiana. Per presentare la "Lettera" - già pubblicata alla fine di giugno - Martini ha scelto l'inaugurazione del consultorio familiare di Merate, quindicimila abitanti a metà strada tra Lecco e Milano. Domani alle 9,45 Martini taglierà il nastro della nuova struttura che sorge in località Brugarolo ed è sostenuta dai decanati di Merate, Brivio e Missaglia. «Sorge nei locali che prima ospitavano un asilo, accanto alla chiesa della frazione», spiega il parroco di Merate, don Felice Viasco. Il nuovo consultorio, che fa parte della Federazione dei consultori familiari di ispirazione cristiana (Felceaf), può disporre di tre sale per le consulenze, una sala medica, un salone per le riunioni. «Entrerà in funzione a metà settembre - aggiunge il parroco - e sarà rivolto innanzi tutto alle famiglie delle 41 parrocchie presenti nei nostri decanati».

Dopo l'inaugurazione del consultorio il cardinale Martini presiederà la liturgia eucaristica alle 11,30, nella chiesa prepositurale di Merate.

Ma la benedizione della nuova struttura sarà anche, come detto, l'occasione per tornare sulla "Lettera ai genitori", una breve ma densa riflessione che il cardinale Martini rivolge ai padri e alle madri della diocesi ambrosiana per dire loro tutta la sua vicinanza e la sua ammirazione per il fascino, ma anche per la fatica, del compito educativo.

«Mi sta a cuore la felicità vostra e dei vostri figli - scrive Martini - e per questo mi stanno a cuore tutte le possibili scelte di vita: il matrimonio e la vita consacrata. la dedizione al ministero del prete e del diacono, l'assunzione della professione come una missione... Tutte possono essere un modo di vivere la vocazione cristiana se sono motivate dall'amore e non dall'egoismo, se comportano una dedizione definitiva, se il criterio e lo stile della vita quotidiana è quello del Vangelo».

Una premessa fondamentale, questa del cardinale Martini, perché pone sullo stesso piano di dignità ecclesiale, in maniera esplicita, matrimonio, ordine sacro e vita consacrata.

Ai genitori Martini ribadisce che la vocazione matrimoniale deve incoraggiare alla fedeltà, sostenere prove e delusioni, aiutare «ad attraversare le eventuali crisi senza ritenerle irrimediabili». Un ampio capitolo della "Lettera" è dedicato all'educazione dei figli, «il paziente e tenace lavoro che prepara il terreno al dono della gioia di Dio». Un approdo a cui si può giungere, fa notare il cardinale, solo attraverso alcune "purificazioni". Martini indica la «purificazione degli affetti» e la «purificazione dalla paura del futuro», quell'atteggiamento che non teme le scelte definitive. «Siano benedetti quei genitori che con la fedeltà del loro volersi bene insegnano che la definitività è una grazia e non un pericolo da temere».



Luciano Moia
dall'edizione elettronica di Avvenire (in Catholica) del 24 agosto 2002