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DILLO A UN AMICO

LA CURIOSITÀ
Perugia, un convento per genitori e figli

Da un paio di anni la Fraternità di Cana ha può contare su una casa comune. Si tratta dell’ex-convento benedettino di Sant’Apollinare, nel comune di Marsciano, a una decina di chilometri da Perugina. È stato lo stesso arcivescovo del capoluogo umbro, monsignor Giuseppe Chiaretti, a concedere in uso alla comunità l’antico edificio, dopo un incontro con il responsabile nazionale di Chemin Neuf, il padre gesuita Laurent Fabre. L’edificio permette già adesso di ospitare alcuni gruppi familiari ma sarà ancora più accogliente dopo i lavori di restauro. Oggi a Sant’Apollinare vivono Elena e Aldo Rabellino con i due figli, più alcuni collaboratori. Fraternità Cana, responsabili nazionali: Elena e Aldo Rabellino, Monastero di Sant’Apollinare, 06055 Marsciano (PG), tel. 075 8738286. Segreteria per l’Italia Aldo e Marialuisa Mollardo, via Oriassolo 6/A, 10020 Arignano (TO), tel./fax 0119462332.



Famiglia Insieme
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OBIETTIVO FAMIGLIA
«Ti perdono»
Una vacanza per ritrovarsi

La Fraternità di Cana propone in questi giorni a «Villa Sacro Cuore» di Triuggio (Milano) un periodo di riflessione per coppie in difficoltà.Dialogo, preghiera e Via Crucis per riconoscere le colpe e rigenerare il proprio rapporto

di Luciano Moia


Dare e ricevere il perdono. Riconoscere le colpe di fronte al proprio coniuge. Ma anche aprire le braccia a lei (o a lui) che chiede di essere nuovamente accolto dopo un momento di crisi. Le statistiche non lasciano spazio al dubbio. Sono le crisi irrisolte, gli irrigidimenti, l'incapacità di tornare sui propri passi dopo un momento di difficoltà, la causa più frequente delle rotture familiari. Quando di fronte a una situazione di grave incomprensione non siamo disposti a fermarci un momento per verificare le possibilità di ricucire lo strappo, quando preferiamo chiuderci nella corazza del nostro orgoglio ferito, qualcosa nell'armonia della coppia sta già per disgregarsi. E questo il momento in cui bisogna trovare il coraggio di guardarsi negli occhi per dirsi che nulla, ma proprio nulla, è così drammatico da non poter essere perdonato.

Certo, esistono situazioni di grave sofferenza che non possono essere risolte con un semplice atto di volontà. In questi casi, quando la normalità della coppia appare già pesantemente intaccata, può capitare che marito e moglie non siano in grado da solidi prosciugare il dolore che sconvolge la loro vita. Si presenta allora la necessità di compiere un autentico cammino di riconciliazione. Di staccare per un momento da tutto il resto per ascoltare la voce dello Spirito, in una situazione di raccoglimento e di preghiera, sotto la guida di persone esperte.

E in sostanza la proposta della Fraternità Cana, alleanza di coppie nata in Francia per iniziativa della Comunità Chemin Neuf che raduna oggi in Italia un centinaio di coppie da Nord a Sud. Tra le attività della Fraternità Cana c'è la settimana di riconciliazione che si svolge di volta in volta in una località diversa. Quest' anno i responsabili della Fraternità hanno scelto "Villa Sacro Cuore" a Triuggio (Milano). Lunedì scorso, ad accogliere responsabili e partecipanti, c'era il vescovo ,Giovanni Giudici, vicario generale dell'arcidiocesi ambrosiana. «La nostra ricetta - spiegano Aldo ed Elena Rabellino, responsabili nazionali della Fraternità - è un paniere di vari ingredienti: preghiera di intercessione, condivisione dei problemi, analisi esistenziale, riflessione sul senso del matrimonio». L'obiettivo della Fraternità Cana è quello di riportare la persona a ritrovare la propria unità e poi estenderne gli effetti positivi alla coppia, alla famiglia, alla Chiesa e alla società. Quest'anno alla settimana di riconciliazione -che si chiude domani -partecipano una decina di coppie provenienti da ogni parte d'Italia. «Nessuno può assicurare loro che al termine tutti i problemi saranno risolti, ma dopo dieci anni d'esperienza con molte centinaia di coniugi incontrati - proseguono i responsabili della Fraternità - possiamo dire che le coppie non "risanate" sono davvero una percentuale irrisoria».

Lo schema del cammino che porta marito e moglie al perdono reciproco è tutto sommato semplice. Ogni giorno viene affrontato un tema. Si comincia solitamente con la lettura del miracolo di Cana che rappresenta, con i suoi immediati simbolismi nuziali, anche il richiamo permanente della Fraternità. Dall'analisi della Parola, condotta da coppie esperte, nascono spunti e riflessioni per testimonianze personali. Le coppie-guida sono coordinate dai responsabili della "sessione" che quest'anno a Triuggio sono Aldo e Daniela Montalto di Genova.

Il secondo giorno si entra direttamente nella tematica del perdono che viene poi sviluppato nei giorni successivi, in un crescendo modulato dalla Parola, dalla preghiera, dalla ricerca interiore, dal dialogo di coppia, dalla partecipazione alla Messa. «Ieri - riprendono Aldo ed Elena Rabellino - abbiamo vissuto probabilmente il momento più forte quando, alla sera, le coppie hanno partecipato alla Via Crucis. Poi marito e moglie sono stati invitati a scriversi una lettera in cui ciascuno ha raccontato all'altro quello che stava vivendo. Escono pagine bellissime: confessioni, richieste di perdono, analisi" a cuore aperto" della propria vita di coppia». Alla fine il sentimento prevalente, sia tra i partecipanti alla "Settimana", sia tra le coppie guida, è lo stupore. «Si, noi vediamo ogni volta come lo Spirito trovi vie inedite per agire. Le coppie si accorgono che le ferite,se non sono proprio rimarginate, risultano comunque meno doloranti. E c'è comunque la voglia di andare avanti».



Luciano Moia
dall'edizione cartacea di Avvenire (in Catholica) del 10 agosto 2002