Famiglia Insieme

Qualche motivo per partecipare anche tu a un camposcuola per famiglie:
ANCHE GLI ALBERI A TESTA IN GIÙ PORTANO FRUTTI

Dal 16 al 23 agosto 1998 si è svolto il Camposcuola per famiglie sul tema "Un albero capovolto: una insolita crescita vitale nella comunicazione creativa della coppia e della famiglia", organizzato dalle Piccole Suore della Sacra Famiglia presso la Casa incontri diocesana di Roverè Veronese, nel verde delle colline. Siamo a circa 800 metri di altitudine e arrivando dalla infuocata pianura Padana è un vero refrigerio grazie al bosco che circonda l'edificio che ci ospita.

Domenica pomeriggio, appena arrivati, la sistemazione nelle luminose camere con vista a sud, verso a pianura. Giusto il tempo di guardarsi intorno e alle 18.30 l'inizio del Camposcuola con la S. Messa celebrata da don Angelo Treccani, ma poco dopo l'inizio, nella Cappella ci sorprendono le parole di benvenuto e di compiacenza con l'augurio di un buon lavoro da parte di Mons. Renzo Bonetti responsabile della Pastorale per le famiglie della Conferenza Episcopale Italiana, che auspica il moltiplicarsi di queste attività ed esprime le sue aspettative per i risultati di questo Camposcuola.

È la prima volta che partecipiamo non senza qualche perplessità e già intuiamo che si tratta di qualcosa di molto impegnativo!

La Messa riprende con partecipazione attiva da parte di tutti. Quello che subito salta agli occhi è una alta percentuale di under 3 anni: il rumore, i tonfi, i pianti e le corse dei bimbi non lasciano dubbi. Ma don Angelo in apertura ci ha detto che non dobbiamo pretendere che i bambini si comportino come gli adulti: non è una musica usuale ed è particolarmente gradita a noi cui è capitato, raramente per la verità, di doverci allontanare per non arrecare disturbo. Ci sembra di scoprire con piacere che il rumore fatto da tanti bambini sia molto meno fastidioso di quello dei propri figli solamente.
L'affidamento del Campo alla Sacra Famiglia ci sintonizza sull'impegno a vivere le nostre rispettive vocazioni per quello che sono: progetto di Dio sulla nostra vita che liberamente vogliamo realizzare.

Dopo la cena seduti al lungo tavolo a forma di ferro di cavallo che ci accoglie tutti e ottanta i partecipanti, un breve incontro, poi il silenzio notturno, graditissimo soprattutto per noi che viviamo in città.

Lunedì mattina dopo la colazione ci tuffiamo a capofitto nella parte formativa.

Alle 9,30 tutti i nostri figli vengono affidati alle cinque suore (Anna Giuditta, Bertilla, Dolores, Ernesta, Renata). Ci chiediamo come faranno se a noi sembra tanto faticoso accudire solo nostro figlio? Poi scopriamo che ce la fanno più che bene ...

Noi genitori riuniti in una sala e seduti in buon ordine, per circa venti minuti seguiamo attentamente le parole di don Angelo. Dopo l'iniziale lettura di un salmo "in tema", ci delizierà fino a sabato con una attenta riscoperta dell'amore umano nell'Antico Testamento, scandagliando palmo a palmo "Il cantico dei cantici". Così ci porta a capire che la vocazione matrimoniale è altrettanto degna ed impegnativa della sua, di come il talamo sia per gli sposi cristiani quello che per lui è l'altare quando "presiede" la S. Messa. Il diffuso richiamo all'azione dello Spirito Santo, si fa preghiera affinché venga ad aiutarci: don Angelo ci invitapiù volte a spiegare le vele affinché il vento dello Spirito che soffia possa far avanzare la barca che ci trasporta.

Segue una introduzione dei coniugi Elsa Belotti (psicologa) ed Enzo Bigi (conduttore di gruppi di formazione), fra l'altro impegnati anche per attività del consultorio diocesano di Brescia.

E via, ripartiti in due gruppi, le coppie rigorosamente divise, dove si apprendono solo le regole basilari (si parla solo di se stessi, ci si astiene dal riferire a terzi quel che avviene nel gruppo; ci si da del "tu") dell'intenso lavoro che ci aspetta e che ci tocca inventare e scoprire. Poi ci si tuffa in un mare di emozioni, nei problemi propri ed altrui, che poi sono gli stessi nostri, l'individuazione delle possibili soluzioni psicologiche ascoltando "le musiche" che accompagnano le nostre parole, talora contraddittorie. Si cerca di lavare i propri panni, di prendere decisioni personali.

Alle undici e trenta si esce dalla "lavatrice" un po' frastornati un po' meravigliati che il sapiente silenzio di Enzo o la loquela accorta di Elsa abbiano potuto portare a galla tante cose inconsce. Quindi ne parliamo per mezz'ora col rispettivo coniuge e così si mettono pian piano a nudo le radici oscure del nostro comportamento. Proprio da ciò nasce il tema del Camposcuola ed il simbolo dell'albero capovolto che ci accompagna per tutta la settimana, da quando Elsa ed Enzo hanno citato Platone: "l'uomo è un albero dalle radici celesti" con l'invito a scoprire le radici inconsce del nostro agire.

Finalmente il pranzo alle 12.30 con l'allegria nostra e dei bambini, ma si vedono volti assorti, pensierosi di persone che continuano a riflettere a quanto detto, ascoltato o percepito nella mattinata. Così alcuni di questi rimuginamenti vengono portati all'incontro personale con don Angelo e/o Elsa ed Enzo.

Alcuni pomeriggi terminano poi con la S. Messa per chi "molto liberamente" - sottolinea don Angelo - vuole prendervi parte.

Il dopo cena dalle 21 alle 22 viene animato a turno da gruppi di famiglie che fra canti, canzoni mimate e giochi per piccoli e grandi contribuiscono a creare un clima di consuetudine ed amicizia nel rispetto dei caratteri personali. Nei giochi e nei canti si lanciano divertendosi anche le suore e don Angelo godendo tutti insieme questo momento di vita di famiglia. La serata si conclude con un canto/preghiera.

Ripensandoci ci lascia stupiti che si possono compaginare bene spiritualità e psicologia nella vita d'ogni giorno; che in fondo non è necessario che l'una escluda l'altra come hanno ribadito più volte Enzo ed Elsa.

Giovedi pomeriggio si mette in marcia la colonna di auto che attraversa tre valli reciprocità ci porta a Molina.
Qui bambini, ragazzi ed adulti si dividono in tre gruppi: i primi per rimanere nel borgo, gli altri rispettivamente per un giro breve e per un, come dire, breve ritiro spirituale ambulante nel suggestivo Parco delle Cascate di Molina. Di cosa si tratta? Di un percorso fra luci ed ombre, fra odori e brezze, fra sensazioni e messaggi, fra silenzi e musiche, fra letture e ascolto, fra cammino e soste ai piedi delle varie cascate. La fatica si fa lieve, ma non vi diremo di più.
Un ultimo gesto simbolico porta a scegliere ciascuno di noi cosa lasciare in queste acque fra lievito, sale, zucchero, farina, incenso e riso. Infine i tre gruppi si riuniscono nella chiesa del posto per suggellare il raggiungimento della meta.
Sabato mattina, suddivisi in tre gruppi ci scambieremo le impressioni uguali e diverse, i propositi da portare con sé, gli obiettivi da perseguire per l'anno che ci aspetta.

Venerdì sera Attilio e Laura si attardano con un gruppo spontaneo di famiglie (la gita ha provato i più che sono a ristorare le proprie membra nel sonno). Spiega Attilio che quest'anno sono venuti per la prima volta e il loro programma prevedeva solo il martedì ma poi erano rimasti molto colpiti dal Camposcuola e, di comune accordo, giorno dopo giorno avevano rimandato la partenza. Ora ci salutano con reciproca gratitudine perché purtroppo domattina di buon ora partiranno, controvoglia, ma devono tornare a casa per accogliere la figlia che torna dalle vacanze.

Per sabato pomeriggio dopo la verifica, conclusione ufficiale del Campo, ci troviamo fuori nel giardino per l'originale "rito del segno". È il momento in cui raccogliamo sotto i nostri occhi tutto il lavoro della settimana: nella fontana priva d'acqua, usata in questi giorni dai nostri figli come box e come palestra di roccia, è stato posto un alberino con le radici per aria. I bambini sono seduti sul bordo con le gambe penzoloni e tutti intorno i loro genitori. Incominciamo cantando, subito dopo un rappresentante per famiglia appende un frutto, mela o pera, alle radici dell'albero pronunciando i nomi del coniuge, dei figli ed il proprio. È un modo concreto per dire, e lasciare visibile, che ci sentiamo impegnati di più a portare frutti nella nostra famiglia, e pensiamo con maggior consapevolezza che fare i genitori è un bel lavoro. È un momento di grande suggestione sottolineato dal grande silenzio che anche i bambini, incuriositi e quasi consapevoli del momento, contribuiscono a mantenere. I frutti che attacchiamo con un nastrino li hanno confezionati i nostri figli con la pasta di sale, grazie alla perizia ed esperienza di suor Dolores. Per noi un ricordo di questo campo attraverso un adesivo confezionato dalle nostre guide, che rappresenta l'albero con le radici all'insù e la frase di Platone. Terminiamo con una preghiera per la famiglia ed una benedizione di don Angelo.

La foto di gruppo ci ritrae al termine del "segno": quanti scatti che andranno in giro per l'Italia e che ci aiuteranno, se ce ne fosse bisogno, a ricordare questi giorni ed alcuni di noi (Mario e Walter per esempio) si portano a casa le riprese di molti momenti di questi giorni...e Gabriele ci da' la possibilità di rivederci ancora tutti insieme (foto che accompagnano il testo).

Il falò di sabato sera acceso ed alimentato da una vestale barbuta (Ivano) con l'aiuto di giovani assistenti, capeggiati da Damiano, è un arrivederci gioioso: il fuoco affascina grandi e piccini, i baluginii si riflettono sui volti allegri di Rosalba che mima le vivaci canzoni guidate da Daniela; sui volti di Roberto e Gabriele impeccabili conduttori di un improbabile Telegiornale, che illumineranno i testi che ripercorrono umoristicamente la settimana trascorsa; sul sorriso appartato di Enzo e sull'evidente soddisfazione di Elsa.
La fine della serata arriva troppo presto.

La S. Messa preparata e vissuta con tanti particolari da tutte le famiglie, bimbi compresi, ci riporta al primo giorno e don Angelo ci ricorda alcuni punti ricorrenti nella sua vissuta pastorale delle famiglie: l'eterna pazienza del ricominciare, la comune quotidiana preghiera breve degli sposi, la "telefonata" spirituale; la messa domenicale insieme, ... Al termine uno scambio affettuoso di piccoli doni.

Circa 70 persone appartenenti ad oltre 20 famiglie (provenienti soprattutto dal Veneto e dalla Lombardia ma anche dall'Emilia, Lazio, Marche e Trentino-Alto Adige) sentono la gratitudine di aver partecipato ad un insolito momento di pausa laborioso e bello.

Ciascuno si porta a casa qualcosa di meglio, basterebbe la memoria del "Sposi, non abbiate paura di volervi bene!" che don Angelo ha ripetuto più volte, ma anche un approfondimento, una scoperta interiore che ha migliorato o rafforzato il clima di intimità della coppia e della famiglia che così potrà diventare un più valido centro d'apertura ...

Rimane l'impegno di "essere intimamente coppia", di scoprire gli alibi ed eliminarli per rendere realtà la comune preghiera quotidiana di "portare a compimento, Signore, l'opera che hai iniziato in noi".

Grazie a tutti coloro che hanno progettato e realizzato, adoperandosi e pregando, questa opportunità.

E a chi ci ha letto ed è rimasto almeno incuriosito, l'invito ad informarsi per vivere un campo-scuola la prossima estate.

Bologna, 15 settembre 1998

Simona e Vincenzo



 




SUL GARDA "RELAX SPIRITUALE" PER SPOSI

In alcuni momenti del cammino matrimoniale è utile fermarsi per fare il punto della situazione e per non perdere di vista gli obiettivi di fondo. La parrocchia di Roè Volciano (Brescia) ha approntato un piccolo appartamento per accogliere coppie di sposi desiderose di passare qualche giorno di "relax spirituale". La collocazione panoramica sul Lago di Garda e la fraterna accoglienza, fanno dell'ambiente un luogo adatto a rinnovare le scelte del matrimonio. Se la coppia lo desidera può essere seguita da una coppia del luogo o dal parroco, don Angelo Treccani. Per informazioni tel.0365\63100.

[da NOI Genitori & Figli - Supplemento ad Avvenire del 29 novembre 1998, n° 14]




 

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