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Camposcuola per Famiglie (2000)

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28.02.2002

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Materiali di lavoro da un
Camposcuola per Famiglie

(luglio 2000)

  • DEDICATO AI GENITORI
  • E' IMPORTANTE CHE LA COPPIA ...
  • PARTECIPAZIONE DELLA FAMIGLIA ALLA VITA E ALLA MISSIONE DELLA CHIESA
  • TENEREZZA "MISTERO NUZIALE" DELLA STORIA
  • LA SCELTA FRA DUE MENTALITÀ

  • Materiali di lavoro da un Camposcuola per Famiglie (luglio 2000)TENEREZZA "MISTERO NUZIALE" DELLA STORIA



    "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una carne sola. Questo MISTERO è grande; ma io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa" (Ef. 5,21)



    Il testo rappresenta una teologia della storia in chiave nuziale. Riferendosi a Genesi 2,24 ("per questo l'uomo lascerà...") l'autore scorge nel matrimonio dei progenitori un annuncio tipologico del futuro: la nuzialità uomo-donna come prefigurazione della nuzialità Cristo-Chiesa: questo mistero per lungo tempo sconosciuto, ora è rivelato.

    La novità che egli annuncia consiste nell'affermare che l'alleanza di Cristo con la Chiesa rappresenta lo svelamento definitivo del significato della prima coppia e l'inaugurazione del mistero definitivo della storia.

    IL MISTERO NUZIALE: incontro del maschile e del femminile
    - La dualità maschile-femminile vissuta nella sottomissione al Signore Gesù (Ef. 5,2l) si configura come segno forte e icona vivente della nuova umanità inaugurata dalla pasqua.
    • A una cultura dell'IO solo contrappone una cultura dell'IO - TU
    • A una cultura del maschilismo e del femminismo contrappone la piena valorizzazione del maschile e femminile come modi di essere in correlazione fra di loro
    • L'incontro uomo-donna non si attua come fusione di due realtà parziali, ma come nascita di un 'essere nuovo”, ricreato ad immagine di Dio.

    PANORAMICA STORICA
    E' utile per una piena comprensione mettere a confronto il modello Kantiano del maschile-femminile, con il modello biblico-cristiano.

    In occidente si è eredi di una cultura della mascolinità che ha identificato la donna con la natura e l'uomo con il potere, il femminile con il sentimento e il maschile con la ragione, finendo per fare della figura del maschio (potere-ragione) la misura stessa della persona realizzata. La conseguenza è che, se le donne sono state in gran parte invisibili nell'ambito pubblico, gli nomini sono diventati invisibili a loro stessi, proiettati al dì fuori di sé, all'avere piuttosto che all'essere, al fare piuttosto che al vivere. Le emozioni, l'amore, la corporeità, gli stessi valori spirituali, come la fede, sono apparsi quasi come un lusso, se non addirittura un ostacolo alla volontà maschile di conquista, quasi indici di una virilità scarsa o sminuita.

    Seguendo l'illuminismo, la ragione è stata intesa come una facoltà indipendente dal sentimento, il quale non potrebbe costituire una fonte reale di conoscenza e di crescita.

    La consapevolezza che, come uomini, possiamo avere sia la ragione che i sentimenti,sia la virilìtà che la tenerezza, sia la forza che la vulnerabilità, sia la rabbia che le lacrime: tutto questo viene escluso in partenza dalla visione antropologica kantiana. Per questo la sessualità è vissuta dall'uomo più in termini di affermazione e di possesso che di oblatività e di condivisione.


    Freud, padre della psicanalisi come terapia, stabilisce una sorta di statuto antropologico-metafisico della differenza di genere a partire dalla scoperta dell'organo genitale maschile da parte della bambina. Nasce in lei l'invidia del pene, afferma, essa sa di non averlo, vorrebbe averlo, ma non può.

    Questa impostazione domina ancora la nostra cultura contemporanea. La conseguenza è che la differenza sessuale ha finito per essere qualificata a partire da questo dato anatomico: il maschile come qualcosa che si ha. il femminile come qualcosa che non si ha. Questo può determinare un duplice esito riduttivo:
    • per l'uomo, la quasi identificazione di sé con il proprio organo genitale;
    • per la donna, una mancanza a cui si deve rassegnare

    Dire mistero nuziale della storia, significa affermare a livello antropologico, l'unità organica:
    • la differenza sessuata uomo-donna come evento e dono;
    • L'amore-amicizia come reciprocità;
    • la fecondità come apertura alla vita e alla sua realizzazione.

    E questo appare nel MODELLO BIBLICO-CRISTIANO
    La differenza uomo-donna è posta in relazione a tre categorie fondamentali di linguaggio:
    1La SOLITUDINE. Utilizzando una finzione letteraria di notevole effetto, il racconto di Gen. non trovò l'uomo un essere che gli potesse stare di fronte. Non è bene, ossia non corrisponde al suo essere. L'uomo cade nel sonno-sogno: ecco la donna, inno...
    La donna è data all'uomo come un dono, e non come l'espressione di qualcosa su cui egli possa accampare dei diritti.
    L'essere umano uomo-donna è attesa di reciprocità e di comunione, al punto che tutto ciò, che egli è nella sua corporeità è segno di un'attesa ed è indirizzato alla comunione.
    2L'UNITÀ. E saranno una carne sola Gen. 2,24
    L'incontro uomo-donna è considerato come l'attuazione del dono-accoglienza che struttura in profondità il loro essere, in una comunione capace di fare dei due non semplicemente un “IO-TU”, ma un NOI.
    Divenire una sola carne significa realizzare un'unità totale, di spirito e di corpo, di mente e di affetti, e non solo genitale.
    3La NUDITÀ originaria come segno e immagine plastica dell'armonia dei due esseri ed evoca la limpidezza dello sguardo grazie a cui essi riconoscono nel corpo dell'altro la persona da apprezzare e rispettare.
    Non c'è bisogno di nascondere il corpo, perché non c'è il rischio di essere usati o ridotti ad una funzione.
    La metafora della nudità rivela che la trasparenza degli occhi (Mt 5,29) è la premessa per la realizzazione della mascolinità e della femminilità come vocazione all'incontro e alla reciprocità.




    Appunti rubati a don Angelo Treccani

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    Pagina pubblicata il 7 novembre 2000