Famiglia Insieme

Ultime modifiche:
08.07.2000


Settembre 1999
La comunicazione di coppia:
un ponte fra due sponde opposte ma simili.
(Dott.ssa Elsa Belotti)

parole chiave:

Pari dignità
specificità
complementarietà
reciprocità
dialogo

Documentazione minima:


MARGHERITE NELLA VITA DI COPPIA
proposta di riflessione per la crescita della coppia e della famiglia
(V ed.: settembre 1996)
"
La definizione ideale di amore è quella che amare significa donare. [...] Senza un ricevente non avrebbe valore il donatore, se tutti volessero essere donatori e nessuno ricevente, non esisterebbe neppure il verbo donare. [...] In un rapporto a due - può essere quello di coppia o di amicizia o di lavoro o di vocazione - l'equilibrio fra il saper dare e il saper ricevere, è l'equilibrio che segnala riuscita del rapporto. [...] Saper ricevere è una doppia prova d'amore: permette all'altro di dare (e certamente non è poco) e apprezza ciò che gli viene dato, consentendo all'altro di sentirsi gratificato. Senza questa capacità, qualunque rapporto rischia di appiattirsi e quindi di isterilirsi.
(da Dare e ricevere in Momenti di coppia -pag. 15)

[...] Specificità e reciprocità sono modi propri della relazione affettiva: è la differenza che apre lo spazio possibile al dialogo.

Conferenza Episcopale Italiana - Lettera agli sposi ed ai presbiteri della comunità cristiana

 

[...] L'importanza dell'attenzione nella vita di coppia. E di famiglia. Quante volte sono gli estranei che si accorgono di un malessere della persona. Si va a vedere e la collega si accorge che il marito è stanco e la moglie non se ne accorge, e viceversa. Quante volte i figli ci urlano delle cose con il loro comportamento con la loro faccia, con il loro modo di essere, e noi siamo distratti e non lo cogliamo. Quindi il primo invito è: Attenzione! Attenzione! Attenzione! E l'attenzione va posta sulle piccole cose perché le grandi cose si pongono da sole: sono le piccole cose che non vediamo. Questa è la prima immagine.

La seconda immagine che ci introduce il discorso è questa.

Immaginate una navetta spaziale che deve partire per un pianeta che nessuno conosce se non per sentito dire. Su questa navicella c'è posto solo per due persone c'è poco spazio, anche per i bagagli. Questa navicella deve comunque partire. Su questa navicella c'è posto solo per due persone; ma sono due persone che parlano due lingue diverse. Quindi ciascuno dei due non conosce la lingua dell'altro. Brevemente avrete capito di cosa sto parlando: la navicella è la navicella che porterà la coppia su un pianeta sconosciuto, se non per sentito dire lo conosciamo, ed il pianeta è il matrimonio. Ciascuno di noi lo conosce solo per sentito dire. Ma bisogna esserci dentro per conoscerlo. Ci conosciamo sempre meglio. Io uso dire che ci vogliono trent'anni di matrimonio per impostare bene qualcosa nella coppia. Trent'anni di matrimonio. Forse posso anche dettagliare un po': i primi dieci anni per impostare bene la comunicazione di coppia, trent'anni per dire adesso non mettiamo più in discussione niente e andiamo avanti, cinquant'anni per fare un bilancio su un matrimonio. [...] Solo dopo cinquant'anni si vede se ne valeva la pena. È troppo tardi, però solo dopo cinquanta anni si può verificare un matrimonio.

Allora, questa navicella parte per il pianeta matrimonio. Un pianeta che nessuno conosce se non per sentito dire. Il matrimonio lo conosciamo gradualmente, man mano ci siamo dentro. E man mano lo viviamo. La navicella è molto piccola e c'è posto solo per due persone: c'è posto per un uomo e c'è posto per una donna. Nessun altro deve salire sulla navicella. E quindi non c'è posto per i genitori, non c'è posto per gli amici, non c'è posto per le persone che abbiamo conosciuto nel passato. Quando ci sposiamo facciamo una rinuncia a tutti gli altri uomini passati, presenti, futuri, a tutte quante le altre donne passate, presenti, future: questa è la scelta. Scegliere vuol dire rinunciare a tutto il resto, quindi il matrimonio significa che rinunciamo a tutte le altre persone. Il partire significa questo: il lasciare, l'uscire dalla propria terra, come si dice di Abramo. Vuol dire lasciare la propria famiglia. C'è posto solo per un uomo e per una donna, i genitori non ci stanno. Quindi Bisogna quindi proprio lasciarsi alle spalle il papà, la mamma; soprattutto le mamme. Le mamme ci sono sempre dentro nel matrimonio dei figli e spesso non in maniera positiva. Lasciare indietro le persone. Gli amici si incontrano solo ogni tanto ma anche quelli non possono entrare nella navicella. Non possiamo prenderci dietro troppi bagagli perché non c'è spazio: vuol dire che tutto quello che ci è servito fino a quel momento nella coppia non ci può servire per dopo. Dopo sarà qualcosa di nuovo; deve essere tutto nuovo: deve essere nuovo il nostro modo di essere; deve essere nuovo il nostro modo di comunicare; il nostro modo di affrontare la vita deve essere nuovo dalla partenza in poi.

Ciascuno dei due sa far funzionare solo alcuni macchinari: la donna sa far funzionare alcuni macchinari della navicella, l'uomo altri per cui bisogna andare d'accordo sennò la navicella non va per la rotta giusta. Ma soprattutto dicevamo che nessuno dei due conosce la lingua dell'altro. [...] Questa è la diversità. Noi lo sappiamo che siamo diversi ma poi chissà perché ce ne dimentichiamo spesso della diversità enorme che c'è fra l'uomo e la donna. Una diversità soprattutto di testa: il modo di ragionare dell'uomo è più sul razionale [adesso generalizzo...] l'intelligenza ed il ragionamento della donna è più emotivo, è più col cuore. Quindi ci sono queste differenze intellettive, emotive, affettive. Amiamo in maniera diversa e come poi ci lamentiamo: "io vorrei che mio marito dicesse, facesse, mi sorprendesse, facesse qualcosa di diverso". Perché amiamo in maniera diversa, e ogni donna quando si sposa si aspetta che il marito la ami come lei ama lui. Ma non è possibile! Perché si ama in maniera diversa. Possiamo soltanto raccontarci la nostra diversità ma non possiamo pretendere che il marito ci ami come noi amiamo lui. Questo è un piccolo imbroglio ma il successivo è più grosso.

Noi pensiamo che amarsi significhi condividere tutto. Ma cosa volete che condivida io con una persona che ha una testa completamente diversa dalla mia? Le uniche cose che possiamo condividere sono le scelte. Quelle le dobbiamo condividere. Ma tutto il resto: sentimenti, emozioni, interessi? Sono tutte cose diverse.

Un esempio. "Come fai a dire di amarmi se tu hai voglia di andare in palestra o di guardare la partita ma io preferisco fare una passeggiata?" Perché, amarsi vuol dire desiderare la stessa cosa nello stesso momento e nello stesso modo? Evidentemente no. Tu guardati la tua partita ed io vado a farmi una passeggiata, poi ci rincontriamo. Non possiamo desiderare la stessa cosa nello stesso momento. E non è che ci amiamo di più perché condividiamo le cose. L'amore è su tutta un'altra proiezione: possiamo avere interessi modi diversi, gusti diversi, possiamo vivere in maniera diversa possiamo avere anche una fede diversa ma l'importante è volersi bene.

[...]

 

Elsa Belotti è coniugata dal 1972 con Enzo Bigi sono i genitori di Monica, Simone ed Ilaria. Sono autori di MARGHERITE NELLA VITA DI COPPIA, e di LE MUSICHE DELLA NOSTRA VITA E LA NOSTRA COMPLICITÀ per i tipi delle Edizioni Celtis.

 

 

Enzo BigiElsa Belotti - Psicologa

Enzo Bigi

Nato a S.Benedetto Po (MN) nel 1944; vive a Brescia dal 1970.
Ha insegnato nella scuola media inferiore, occupandosi anche dell'inserimento e dell'insegnamento di alunni portatori di handicap.
Ha conseguito il titolo di consulente coniugale e familiare ed è iscritto all'AICCeF (Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari).
È conduttore di gruppi di formazione. Attualmente è collaboratore esterno del Centro Diocesano di Consulenza di Brescia per i corsi di formazione alla comunicazione in gruppo e alla relazione di aiuto.

Elsa Belotti

Nata a Cevo (BS) nel 1949; vive a Brescia dal 1964.
Si è laureata in Lettere e Pedagogia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia ed in Psicologia presso l'Università Statale di Padova. È stata insegnante di Lettere per diversi anni nella scuola media inferiore. Ha conseguito il titolo di consulente coniugale e familiare ed è iscritta all'AICCeF (Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari). Per alcuni anni ha assunto l'incarico di coordinatrice didattica delle scuole materne autonome di un distretto della provincia di Brescia. Attualmente svolge l'attività di consulente familiare-psicologa presso il Centro Diocesano di Consulenza di Brescia.
È autrice, con Flora Bresciani, della guida didattica per l'insegnamento religioso nella scuola materna:
CRESCERE A PICCOLI PASSI VERSO L'AMORE pubblicato dalla ELLE-DI-CI.
Delle stesse autrici e presso la stessa Casa Editrice:
I MIEI PICCOLI PASSI VERSO L'AMORE un aiuto ai genitori per iniziare in famiglia il dialogo religioso con i bambini.

LE MUSICHE DELLA NOSTRA VITA E LA NOSTRA COMPLICITÀ
assaggia la vita - nutrila - scopri e vivi la tua sessualità
(II ed. giugno 1997)
[...] Il libro che viene presentato appartiene al [...] tipo [...] intuitivo, sapienziale, riflessivo: in esso non si dice tutto riguardo ai problemi più importanti, ma vengono gettati lampi di luce che rischiarano situazioni comuni a tutti gli uomini[...]. Con immagini intuitive vengono sintetizzati i problemi psicologici di base, in modo che siano assorbiti e fatti propri, cosicché nell'intimità possano essere elaborati secondo uno spartito musicale le cui note fondamentali sono:
1) l'accettazione del positivo (SI);
2) l'iniziativa efficiente (FA);
3) l'atmosfera di amore, che dà gioia ed entusiasmo nel vivere (SOL).
(dalla presentazione del Prof. Costante Scarpellini - Docente di Psicologia dell'Università Cattolica)

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Pagina pubblicata domenica 25 giugno 2000